martedì 17 gennaio 2012

Contributo inviatoci - La tessera del tifoso -

- Pubblichiamo quanto ricevuto dall'amico F. Russo, nonostante tratti d'argomenti un po' distanti da quelli prefissati pel sito, in quanto egli c'ha manifestato il desiderio di veder appoggiato il suo impegno in tale lotta, anche qui. -


In questa stagione ho dovuto tesserarmi. Esordisco con questa affermazione, che sa di mea culpa, perché non ho intenzione di nascondermi dietro un dito. Vado allo stadio dal 1987 e mai avrei pensato di dover vedere la mia foto su un tesserino plastificato, rilasciato dalla questura, per assistere solo ad un paio di partite all’anno. Provo vergogna perché sento, in qualche modo, di essermi piegato al sistema che combatto da una vita, un sistema per il quale il tifoso è sempre stato un delinquente a prescindere e il poliziotto un eroe che rischia la vita negli inferni domenicali. Chi frequenta lo stadio ed, in particolare, la curva, sa bene come, a volte, la realtà sia ben diversa e basta ricordare pochi nomi e cognomi: Stefano Furlan, Gabriele Sandri, Maurizio Aliberti e, perché no, Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi, se vogliamo mettere il naso per strada (e nelle carceri).
Nel corso degli anni, un’inesorabile parabola discendente ha ghettizzato il tifoso, rendendogli impossibile anche il solo partecipare liberamente ad una trasferta. Prima il caro prezzi, poi le normative in tema di daspo ed ora la famigerata tessera hanno fatto sì che le vere trasferte di una volta siano ormai solo un lontano ricordo, sempre che la società ospitante non si prenda la briga di mettere a disposizione un settore per i tifosi che non sono tesserati, assumendosi, in poche parole, la responsabilità per qualsiasi fatto possa accadere.
Infine, da quest’anno, per chi volesse seguire la propria squadra anche in trasferta, grazie al protocollo d’Intesa dello scorso 21 giugno (tra l’allora Ministro degli Interni ed i vertici di CONI, FIGC, LEGA A, B E PRO), la normativa è radicalmente cambiata: “I BIGLIETTI, PER TUTTI I SETTORI DELLO STADIO, SARANNO VENDIBILI AI RESIDENTI NELLA REGIONE DI APPARTENENZA DELLA SQUADRA OSPITE, ESCLUSIVAMENTE AI POSSESSORI DELLA TESSERA”.
Nella paradossale situazione in cui il mondo ultras si è venuto a trovare, consentitemi una breve riflessione su annessi e connessi di questa grottesca macchinazione governativa. Questo signore, l’ormai ex Ministro Maroni, uno che non capisce un’acca del mondo ultras (come la maggior parte dei politicanti di questa repubblica delle banane che è diventata la nostra amata patria) aveva un obiettivo dichiarato: la diminuzione degli incidenti negli stadi. Ebbene, alla luce di quanto è accaduto nel corso dell’ultima stagione calcistica, Maroni si è permesso di sbandierare ai 4 venti i presunti risultati positivi della sua tessera. La realtà è ben diversa; perché, se è vero come è vero che il numero degli incidenti, dal punto di vista statistico (e sottolineo statistico), è diminuito, la spiegazione sta nel fatto che, ormai, gli stadi sono semideserti!!! I prezzi esorbitanti, la schedatura preventiva, gli orari assurdi nei quali si gioca, hanno progressivamente, ma inesorabilmente, allontanato i veri tifosi dai gradoni. Parliamoci chiaro: vi sembra normale che il vero tifoso, quello che segue fedelmente le sorti della propria squadra del cuore, sia costretto a prendersi un giorno di ferie per andare in trasferta, solo perché il signorino che ha fatto il suo bravo abbonamento a Sky debba potersi godere distrattamente l’anticipo o il posticipo, seduto sul divano di casa? No che non è normale! Poi ci sono le mille anomalie, episodi assurdi e consequenziali a queste innovazioni che, però ,rimangono sconosciute alla gente comune e conoscibili solo tramite il passaparola ultras vecchia maniera.
Napoli – Genoa, ad esempio, con trasferta inspiegabilmente vietata ai tifosi genoani (nonostante le due tifoserie fossero storicamente gemellate), o il caso grottesco di Fiorentina – Cesena dello scorso anno, con trasferta inizialmente libera, poi vietata con limitazioni pesantissime per i tifosi cesenati ugualmente presenti a Firenze, “gentilmente” allontanati dalla polizia (sebbene avessero il biglietto regolarmente pagato).
La soluzione? Non spetta a chi scrive indicarla; di certo mi sarei augurato una posizione netta (e soprattutto compatta) da parte di tutte le curve italiane, ma, dal momento che così non è accaduto, accolgo con soddisfazione quanto viene attuato da alcune curve, che ad ogni gara giocata in casa dalla loro squadra si mobilitano per far entrare gli ospiti non tesserati.
Una cosa è certa: lo spirito ultras non può morire, perché, quant’anche gli impediscano di esprimersi in uno stadio, esso rimane tale, ogni giorno, per le strade.
LUNGA VITA AGLI ULTRAS
                                                                                                     avv.  Francesco Russo 

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