giovedì 14 giugno 2012

Cristeros: omaggio breve

Ricordiamo il grande orgoglio di un popolo che ha donato all'umanità un nobile esempio d'onore e di Fede, che ha dimostrato al mondo cosa realmente significa ribellarsi all'incombere della malignità massonica e satanica: la Cristiada

Il secolo scorso vide il Messico cadere vittima di governi visceralmente massonici e dell'interesse essenzialemente malevolo delle potenze anglo-americane e della borghesia liberale.
Gli attacchi a questa terra Cattolicissima e la conseguenziale ribellione del popolo avvenivano già da decenni: ai principi del 900 il fenomeno esploderà.

L'anticlericalismo dei governi al potere culminerà nella Costituzione di Queretaro (1917) coi seguenti: 
  • Articolo 3: laicizzazione obbligata dell'istruzione.
  • Articolo 5: messa al bando degl'ordini e dei voti religiosi.
  • Articolo 24: proibizione del culto aldifuori degl'edifici ecclesiastici. 
  • Articolo 27: prioibizione - pell'istituzioni ecclesiastiche - di acquistare, detenere o amministrare beni immobili. I beni ecclesiastici vennero dichiarati proprietà dello stato. 
  • Articolo 130: perdita del diritto di voto pegl'appartenenti al clero.
Quest'articoli resteranno in vigore fino al 1992. Verranno poi emendati il 3, il 5 ed il 24, mentre il 27 ed il 130 verranno solo modificati.


 I sacerdoti divennero dei funzionali statali. Il loro numero, nei vari stati messicani, non doveva superare un tetto prefissato. Essi erano assegnati ognuno ad un numero assurdo di fedeli. Nello stato di Michoacan se ne vedrà uno ogni 33 mila fedeli; in quello del Chiapas uno ogni 60 mila; in quello di Vera Cruz uno ogni 100 mila.
Il matrimonio religioso non aveva più valore civile.
Le pubblicazioni a sfondo religioso vennero vietate.

Maggio 1921. Nella Cattedrale di Morelia venne pugnalata un'immagine della Madonna di Guadalupe, mentre sulla sua sommità vennero issate le bandiere socialiste.

Novembre 1921. Una bomba viene fatta esplodere all'interno della Basilica di Nostra Signora di Guadalupe, ai piedi della tilma miracolosa coll'immagine della Vergine. Essa rimane intatta.


Nel 1925 lo stato, coll'aiuto del sacerdote scismatico Josè Joaquin Pérez, crea la Chiesa Apostolica Messicana. Essa avrà vita breve e sarà ferocemente odiata dal popolo.Vi aderiranno solo sei parrocchie e tredici sacerdoti.



A ciò s'aggiunse, nel 1926, la Legge Calles, la quale stabiliva che:

  • l'indossare l'abito ecclesiastico fuori dagl'edifici ecclesiastici fosse multato con 500 pesos d'ammenda.
  • il chierico ch'avesse criticato il governo dovesse essere improgionato per 5 anni.
Vedremo in alcuni stati ulteriori sanzioni pella Chiesa Cattolica.
Il presidente Calles (da cui la denominazione notoria della suddetta Riforma del Codice Penale) - 33° grado della massoneria - in reazione ad una lettera pastorale del vescovato messicano - nella quale s'accusò il governo di voler annichilire il cattolicesimo onde favorire protestantesimo e massoneria - razziò i beni ecclesiastici, chiuse monasteri, conventi e scuole religiose ed espulse gli ecclesiastici stranieri.
I prelati vennero costretti a sposarsi.
Suonare le campane, distribuire o possedere santini ed indossare medagliette sacre era punito colla prigione o con un'ammenda.
I genitori che educavano i figli cattolicamente venivano puniti.
Seguirà una vera a propria mattanza di ecclesiastici; ne risulterà che il numero degli stessi scenderà da 4 migliaia e mezzo a 334. Degli stati messicani, 17 si ritroveranno senza sacerdoti. 

Questa Cattolicissima Nazione, nella quale si stima vi fossero, all'epoca, 15 milioni di fedeli, coraggiosamente insorse. Vi furono numerose manifestazioni pacifiche e molta penitenza pubblica.

Agl'impiegati cattolici venne imposto di scegliere tra il posto di lavoro e Cristo. 389 dei 400 maestri di Guadalajara si fecero destituire.

Verrà fondata - coll'appoggio del vescovato - la Liga Nacional de Defensa Religiosa, la quale promosse una petizione per far abolire la Costituzione e le leggi contro la Chiesa Cattolica. Nonostante fosse stata firmata da 2 milioni di messicani, non venne presa in considerazione.

Pio XI, colla lettera Paterna sane sollecitudo (del febbraio '26) e l'enciclica Iniquis Afflictisque (novembre '26) denunciò il tutto - ed anche, nel discorso natalizio del '27, il silenzio mediatico mondiale circa tale situazione -.

La popolazione avviò una protesta economica (promossa particolarmente dall'Associazione Cattolica della Gioventù Messicana): non pagò più le tasse, si limitò all'acquisto dello stretto necessario, rinunciò ai viaggi e lasciò vuoti teatri e luoghi di divertimento, ritirò i soldi dai depositi bancari. Otterrà il fallimento della Banca di Tampico e di quella inglese e le chiusure delle Camere di Commercio.

La tirannide reagì. Le pene detentive vennero sostituite colle fucilazioni.
L'esercito braccio di tale mattanza fu armato dalle potenze americane. Anche il vescovo di Baltimora (nel '26) Curley denunciò apertamente questo fatto.
S'applicò la pena capitale a chi avesse fatto battezzare i propri figli, avesse contratto matrimonio religioso o si fosse confessato.
Neanche questo intimidì la cattolicità messicana. Vi furono veri e propri tappezzamenti di grandi città con manifesti recitanti: Viva Cristo Re! . Anche l'auto del presidente, un giorno, venne trovata completamente ricoperta da adesivi riportanti: Calles, ve ne furono di peggiori di te: la Chiesa li ha vinti tutti! .
Seguirono altre fucilazioni.

28 Maggio 1926. Plutarco Elias Calles riceve la medaglia al merito massonico - in qualità di avversario del fanatismo - dal supremo Gran Commendatore del Rito Scozzese, Luis Manuel Rojas.

1 Agosto 1926. Il vescovato messicano - coll'appoggio di Pio XI - in concomitanza coll'entrata in vigore della Legge Calles, sospende il culto in tutto il Messico.
I giorni precedenti furono caratterizzati da un vero assalto ai sacramenti da parte dei fedeli.
Il 31 Luglio si celebrò la Messa, preceduta dall'adorazione Eucaristica. Alle 23.30 le campane cominciarono a suonare e la distesa di fedeli scoppiò in pianto. Il giorno dopo la Chiesa messicana sarebbe entrata in clandestinità.


Ancora violenze, violenze inaudite. I Cattolici imbracciano le armi. Scoppia la Cristiada.
Da tutta la Nazione si radunano in cima al Cubilete - centro geografico del Messico - invocando la Vergine di Guadalupe e Cristo Re. Da quella cima s'alza il grido che segnerà e attraverserà tutta la riscossa cattolica: Viva Cristo Re! .



Il governo tenterà di spargere terrore tra gli insorti. I carcerati furono chiamati a scegliere tra l'abiura e la fucilazione.

Tutti i Cristeros porteranno in tasca il proprio testamento.
In tasca ad un tredicenne si troverà un foglio, sul quale v'era scritto: Alla mia prediletta Mamma. Sono un prigioniero e loro mi uccideranno. Io sono felice. L'unica cosa che mi tormenta è il tuo pianto. Non piangere mamma. Noi ci reincontreremo. José, ucciso per Cristo Re. .

11 Gennaio 1927. Venne proclamato il manifesto de los Altos. Nasce l'Esercito Nazionale dei Liberatori. Per accedervi, la recluta prestava giuramento a Cristo Re ed alla Vergine di Guadalupe con in mano il crocifisso, baciava la bandiera di Guadalupe ed un sacerdote gli poneva al collo un Crocifisso: così nasceva un nuovo Cristero. In un anno ne nacquero 25 mila.

Una quarantina di sacerdoti fungevano da cappellani pei combattenti e cinque furono loro stessi combattenti: due divennero anche generali.
I Cristeros vivevano all'insegna del culto e della pratica religiosa. Spesso offrivano canti alla Madonna, particolarmente prima di dormire e praticavano spesso l'adorazione Eucaristica, dandosi il cambio ogni quarto d'ora. Recitavano quotidianamente il Rosario.
Si ricorda la preghiera composta dal cristero Ancleto Gonzàles Flores (morto, in seguito ad atroci torture, il primo aprile del 1927), che recita:
Gesù misericordioso! I miei peccati sono più numerosi delle gocce di sangue che versasti per me. Non merito d'appartenere all'esercito che difende i diritti della Tua Chiesa e che lotta per Te. Vorrei non aver mai peccato in modo tale che la mia vita sia un'offerta gradita ai tuoi occhi. Lavami delle mie iniquità e purificami dai miei peccati. Per la Tua santa Croce, per la mia Santissima Madre di Guadalupe, perdonami! Non ho saputo fare penitenza dei miei peccati; per questo motivo voglio ricevere la morte come una punizione meritata per essi. Non voglio combattere, né vivere né morire, se non per te e per la tua Chiesa. Madre Santa di Guadalupe, accompagna nella sua agonia questo povero peccatore. Concedimi che il mio ultimo grido sulla terra ed il mio primo cantico nel Cielo sia "Viva Cristo Re"!
Le donne erano organizzate in brigate intitolate a Santa Giovanna d'Arco.

Tra i martiri della Cristiada ricordiamo due appartenenti alla Gioventù Cattolica, Manuel Melgarejo (17 anni) e Joaquim Silva (27). Quest'ultimo, al patibolo, disse: Non siamo dei criminali, né abbiamo paura della morte. Io stesso vi darò il segnale di sparare quando gridero: 'Viva Cristo Re, viva la Vergine di Guadalupe'! . Così fu. Questo grido accompagnò nella morte tutti i martiri Cristeros.

Si ricorda anche:
  • José Sanchez del Rio (13 anni), il quale pregò la madre di concedergli di giungere al Paradiso così facilemente e presto e, al rifiuto dei Cristeros d'arruolarlo pell'età, egli rispose che se fosse stato troppo piccolo pel fucile, sarebbe stato utile in tant'altri modi: divenne prediletto di tutti i Cristeros ed andò alla spedizione del 5 Febbraio '28 a Cotija. Venne imprigionato e rinchiuso in una chiesa sconsacrata, trasformata in un pollaio. Dopo una notte di preghiere, indignato, uccise tutti i polli. Lo picchiarono e lui chiese d'essere lasciato vivo pella fucilazione, ardendo dal desiderio di diventare martire. Alle 23 del 10 Febbraio fu portato al cimitero e lui accompagnò la sua marcia col canto Cristo vince! Cristo regna! Cristo impera! che fece imbestialire i suoi boia che lo riempirono di pugnalate - incalzati dall'incitamento dello stesso José - e lo finirono con un colpo alla testa.
  • Tomàs de la Mora (16 anni), reo d'indossare lo scapolare del Carmelo. Trasportato in caserma, cercarono di strappargli i nomi dei Cristeros. Tacque. Nonostante l'impedimento costituzionale, fu condannato all'impiccagione in piazza. Egli stesso si mise il cappio al collo. Morì proclamando la Regalità di Cristo e dichiarando che in Cielo avrebbe diretto le sue preghiere ai suoi cari, alla Chiesa, al Papa ed ai suoi aguzzini, speranzoso rispetto alla loro conversione. Nella stessa città, Colima, vennero impiccate 5 donne. Il viale ove avvenne la mattanza è, per tutti, l'Avenida de los Martires.
  • Eleonora Garduno, condannata alla fucilazione dopo essersi rifiutata di collaborare col generale Ortiz - famoso pel tatuaggio del demonio sul petto, che dichiarava essere il suo dio -.
  • L'avvocato Gonzales, la cui moglie portò il suo corpo ai suoi figli per far vedere loro il loro padre martire della Fede, chiedendo agli stessi di promettergli di continuare sul suo sentiero.
  • Don Pablo Garcia, a cui furono cavati gli occhi ed amputati il naso e le orecchie.
  • Don Sébas Reyes Salazar, fucilato dopo tre giorni di torture.
  • Padre Elias Nieves, che, al termine della sua preghiera, al patibolo, invitò il plotone - che obbedì, reverenzialmente - ad inginocchiarsi per ricevere la benedizione. La cosa scatenò l'odio del comandante, che gli sparò nel petto nel mentre tracciava il Segno della Croce.
  • Padre Miguel Augustin Pro, la cui esecuzione fu ricolmata dal senso della cattolicità. Come ultimo desiderio chiese di pregare: lo fece devotamente, in ginocchio. S'alzò baciando il Crocifisso - mediante il quale benedisse la folla invocando per essa la pietà del Signore - ed alzò le braccia, formando una Croce, dichiarando di perdonare i suoi nemici. Come tutti i Cristeros, morì col fiero sguardo verso il Cielo, all'urlo di Viva Cristo Re! .
I tanti Martiri videro ripagato il loro sangue - oltre che colla Gloria nel Cielo - anche da vittorie materiali. 
Tre generali, 324 ufficiali, 2892 soldati: questo il bilancio delle perdite dell'esercito federale tra Gennaio e Maggio '28.
Tra la fine del '28 e gl'inizi del '29, si prospettava la vittoria dei Cristeros, tant'è che i vertici governativi cominciavano a pensare ad un accordo coi rappresentanti della cattolicità.
Segretamente, si raggiunse un accordo tra il governo messicano ed i vertici dello Stato Vaticano.
Allora si contavano 30 mila morti Cristeros, 40 mila caduti nell'esercito federale e 140 mila caduti tra i civili.
In virtù dell'accordo, vennero formalmente sospese le disposizioni antiecclesiastiche - eccezion fatta pella registrazione dei sacerdoti e l'interdizione, pegli stessi, da ogni attività politica -.

29 Giugno '29. Riprende il culto nelle Chiese del Messico. Con tanto, l'autorità tirannica ingannò la Chiesa ed i Cristeros, nonostante se ne fossero resi conto, accettarono tacitamente la resa. I Cristeros divennero vittime della vendetta del Calles. 1500 morti, tra cui 500 alti gradi dell'Esercito Nazionale dei Liberatori.
Dolores Ortega, sopravvissuta alla Cristiada, dichiarerà ad un settimanale italiano (nel '93) che i Cristeros fecero più morti conseguenzialmente agl'accordi che durante la guerra.

Pio XI colle encicliche Acerba Anima (settembre '32) e Nos es muy conocida (marzo '37) denunciò la violazione dei patti da parte del governo federale ed incitò ancora una volta il popolo messicano alla rivolta armata. Per contro, il governo denunciò la prima enciclica come un'invasione di Roma negl'affari interni messicani e minacciò di trasformare gl'edifici ecclesiastici della Nazione in scuole e magazzini.

Si riebbe una rivolta contenuta tra gli anni '34 e '38. Questa, chiamata Segunda Revolucìon, terminò colla resa dell'ultimo capo cristero - Federico Vazquez - nel '41.

Al termine di questo culmine di violenza della storia umana, la situazione messicana si ritrovò così come ebbe provocato la santa rivolta della Cristiada. Anni di indefinibile cruenza e violenza provocati dall'ingiustizia del principio massonico - di chiaro sapore luciferino - che oggi viene chiamato laicismo. Principio che ha pervaso e distorto secoli e secoli della storia umana e ci porta qui, oggi, a condannare un'umanità che fa dello stesso bandiera ed a riprendere la stessa Santa Chiesa la quale, minacciata da questo fumo di satana, deve svegliarsi e reagire, sul mirabile e sublime esempio dei martiri di cui abbiamo commossamente scritto.



VIVA CRISTO RE E MARIA!

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