lunedì 9 luglio 2012

Appunti: omosessualità

Appunto d'introduzione. L'essere umano è una natura definita - ed, in quanto tale, risponde ad una legge altrettanto definita -. Esso non è soggetto a mutamenti sostanziali, ma solo a mutamenti accidentali - essendo un essere temporale -.
La modernità, per contro, ha scardinato la natura umana da qualsiasi Fine, ponendola in uno stato di indefinitezza. Mediante questa meschinità, si è riuscito a rendere (anzi, a forzare) leggittima ogni cosa. D'altronde, se la natura umana non dipende da niente - perciò non è definita - rispetto a cosa si dovrebbe stabilirne la sostanza? Tralasciando le fasi filosofiche in cui s'è deviata la definizione reale di essere umano, andiamo al dunque.
Tra i vari errori moderni v'è quello di ritenere l'orientamento sessuale sostanziale - e, per tanto, ogni sua variante sarebbe lecita - o libero dai vincoli della sostanza umana. Ecco che l'uomo non s'indirizza verso la donna (e viceversa) secondo la sua natura, ma secondo il suo gusto - il quale è libero, poiché la natura umana è scardinata - s'orienta verso ciò che preferisce. Il motivo di tutto ciò? Distruggere la base della società - la famiglia tradizionale - per sovvertire l'ordine.
L'omosessualità è una malattia? Il primo passo è stato far credere che l'omosessualità non sia una malattia. In realtà, essa lo è. Si risponderà a tale affermazione col fatto che l'APA la rimosse dai disturbi mentali nel 1973. Certo - dopo che gli attivisti omosessuali hanno, per anni, reso impossibile l'attività di questo organo anche mediante la violenza - per votazione, ottendendo poco più della metà dei voti in un referendum dove solo un quarto dei votanti consegnò la scheda. Successivi dibattiti, interviste (eccetera) riporteranno risultati totalmente opposti che vedranno percentuali altissime di psicoanalisti e psichiatri confermare il fatto che l'omosessualità è una malattia - o, quantomeno, un comportamento anomalo -. Sbugiardata questa falsità, si risponderà che omosessuali si nasce, come proverebbe la scoperta di Simon LeVay del 1991. Esaminando una cinquantina di cadaveri maschili, tra cui una ventina di omosessuali, questo scienziato avrebbe scoperto che l'ipotalamo dei gay sarebbe più piccolo. Salti di gioia pegli attivisti gay, peccato che non si possa definire se ciò sia conseguenza o causa dell'omosessualità e se non sia derivato da malattie (visto che i cadaveri di omosessuali analizzati dallo scienziato erano tutti morti pella medesima malattia). D'altronde bisogna anche considerare che l'orientamento sessuale non è innato.
Si sfodererà poi la carta dei famosi 10% di omosessuali negli Stati Uniti. Colui che condusse tale indagine poi ammise di aver usato come campione dei carcerati (è risaputo che ci sia una forte pratica omosessuale nelle carceri, per ovvi motivi) e dei "prostituti maschi". Tra l'altro, anche fosse realmente così alta la percentuale (che in realtà s'aggira attorno all'1-2%), essa non definirebbe alcuna normalità, poiché l'omosessualità non è una peculiarità sostanziale; altrimenti, mediante le percentuali, si potrebbe giustificare qualsiasi cosa.
Molti dei più noti ricercatori, medici e scienziati rifiutano l'ipotesi biologica. Quasi tutti ritengono l'omosessualità causata da fattori psicologici, principalmente sofferenze. Non essendo innata - ossia sostanziale - ma accidentale, essa può essere mutata. A prova di ciò ci sono le varie testimonianze degli ex-gay (persone che hanno cambiato il proprio orientamento sessuale), soggetti non esattamente amati dai "militanti" omosessuali.
Ora, demolita la convinzione che la sessualità sia un aspetto sostanziale (e, quindi, non possono tutte le sue manifestazioni essere considerate normali), bisogna definire le motivazioni pelle quali l'omosessualità (o, meglio, ogni orientamento diverso dall'eterosessualità) è sbagliata.
La natura umana in sé. Bisogna ricordare che l'esercizio della sessualità - differentemente da come si pensa - è finalizzato alla procreazione, non al piacere che ad essa è connesso. Il piacere è un mezzo mediante il quale si conseguono delle necessità e, nel campo della sessualità, è ordinato alla vita. La stessa biologia dimostra che l'instaurarsi di rapporti - sani - di coppia avviene, inconsciamente, proprio in vista di ciò. La natura umana evidenzia qual è la sana sessualità. L'amore non può esservi dove non può esservi la vita. Badate bene, non si tratta di sterilità accidentale (come può esserci, disgraziatamente, in una coppia etero), ma di sterilità sostanziale: quella che incorre in un rapporto innaturale. D'altronde non è norma - ma accidente - che una coppia etero sia sterile, mentr'è norma che lo siano tutte le altre "coppie".
Oltretutto l'unione fisica di due soggetti non può avvenire - nella giusta maniera - tra due persone diverse da uomo-donna. Infatti sappiamo bene che le perversioni - che esistono anche tra gli eterosessuali ed anche praticate da essi aberrano - sono tali perché distorcono il fine delle varie parti del corpo. Per tanto è la natura stessa, in prima istanza, a dimostrare che le coppie "alternative" non hanno senso d'essere.
L'impatto sulla persona dei rapporti "alternativi":
- la promiscuità. Fonti dell'Institute for Sex Research riferivano che solo un omosessuale maschio su dieci può essere definito poco promiscuo o quasi monogamo, 6 su 10 ha avuto rapporti con più di duecentocinquanta persone diverse e 1 su 4 (la percentuale è il 28%) oltre mille. Un omosessuale su otto ammette che oltre la metà di queste persone erano perfettamente estranee. Vien da sé che questa promiscuità è negativa su tutti i fronti, dalla psiche alla salute. Sarà utile ricordare anche che l'eterosessuale maschio ha, in media, rapporti con un numero di donne che va dal 5 al 9. Anche questo è condannato dalla Chiesa, ma in quest'analisi è interessante notare l'abissale differenza di numeri .
- precarietà. La quasi totalità dei rapporti omosessuali sono instabili. Oltre alla pressione psicologica ed ad una lotta interiore perenne, l'omosessuale subirà la ricerca d'un'accettazione che non può ottenere. La turbolenza della psiche degli omosessuali si nota quando si viene a conoscenza del fatto che, statisticamente, l'omosessuale è tre volte più suicida dell'eterosessuale ed ha una vita media di 30 anni più corta di quella di un eterosessuale. Oltre ai problemi di natura psichica ci si mettono anche quelli fisici, dovuti all'abuso abituale del proprio corpo.
La posizione della Chiesa Cattolica rispetto agli omosessuali. Le S. Scritture e la Tradizione forniscono sufficienti condanne verso l'omosessualità da poter affermare, in tutta pace, che l'omosessualità è uno dei peccati più gravi.
San Paolo scrive (Romani 1,26-31):
Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura.
Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento.
E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia.
 
Inoltre, nella prima ai Corinzi (6,9-10):
O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.
E nella prima a Timoteo (1,10):
Sappiamo anche che la legge è fatta non per il giusto ma per gl'iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e gl'irreligiosi, per coloro che uccidono padre e madre, per gli omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti, per i mercanti di schiavi, per i bugiardi, per gli spergiuri e per ogni altra cosa contraria alla sana dottrina.
Nel Levitico si legge, al 18,22:
Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole.
e al 20,13:
Se uno ha con un uomo relazioni sessuali come si hanno con una donna, tutti e due hanno commesso una cosa abominevole; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro.
Santa Caterina scrisse, a riguardo:
non solo essi hanno quell’immondezza e fragilità, alla quale siete inclinati per la vostra fragile natura (benché la ragione, quando lo vuole il libero arbitrio, faccia star quieta questa ribellione), ma quei miseri non raffrenano quella fragilità: anzi fanno peggio, commettendo il maledetto peccato contro natura.
Quali ciechi e stolti, essendo offuscato il lume del loro intelletto, non conoscono il fetore e la miseria in cui sono; poiché non solo essa fa schifo a Me, che sono somma ed eterna purità (a cui tanto abominevole, che per questo solo peccato cinque città sprofondarono per mio giudizio, non volendo più oltre sopportarle la mia giustizia), ma spiace anche ai demoni, che di quei miseri si sono fatti signori. Non è che ai demoni dispiaccia il male, quasi che a loro piaccia un qualche bene, ma perché la loro natura è angelica, e perciò schiva di vedere o di stare a veder commettere quell’enorme peccato.
 San Bernardino:
non è peccato al mondo che più tenga l’anima, che quello della sodomia maledetta; il quale peccato è stato detestato sempre da tutti quelli che sono vissuti secondo Iddio. La passione per delle forme indebite è prossima alla pazzia; questo vizio sconvolge l’intelletto, spezza l’animo elevato e generoso, trascina dai grandi pensieri agli infimi, rende pusillanimi, iracondi, ostinati e induriti, servilmente blandi e incapaci di tutto; inoltre, essendo l’animo agitato da insaziabile bramosia di godere, non segue la ragione ma il furore.
San Tommaso:
L’intemperanza è sommamente riprovevole, per due ragioni. Innanzitutto perché ripugna sommamente all’umana eccellenza, trattandosi di piaceri che abbiamo in comune coi bruti. Secondariamente perché ripugna sommamente alla nobiltà ed al decoro, in quanto cioè nei piaceri riguardanti l’intemperanza viene offuscata la luce della ragione, dalla quale deriva tutta la nobiltà e la bellezza della virtù. I vizi della carne che riguardano l’intemperanza , benché siano meno gravi quanto la colpa, sono però più gravi quanto all’infamia. Infatti la gravità della colpa riguarda il traviamento dal fine, mentre l’infamia riguarda la turpitudine, che viene valutata soprattutto quanto all’indecenza del peccato.  Ma i vizi che violano la regola dell’umana natura sono ancor più riprovevoli. Essi vanno ricondotti a quel tipo di intemperanza che ne costituisce in un certo modo l’eccesso: è questo il caso di coloro che godono nel cibarsi di carne umana, o nell’accoppiamento con bestie, o in quello sodomitico.
San Giovanni Crisostomo:
Le passioni sono tutte disonorevoli, perché l’anima viene più danneggiata e degradata dai peccati di quanto il corpo lo venga dalle malattie; ma la peggiore fra tutte le passioni è la bramosia fra maschi.
I peccati contro natura sono più difficili e meno remunerativi, tanto che non si può nemmeno affermare che essi procurino piacere, perché il vero piacere è solo quello che si accorda con la natura.
Ma quando Dio ha abbandonato qualcuno, tutto è invertito! Perciò non solo le loro passioni sono sataniche, ma le loro vite sono diaboliche. Perciò io ti dico che costoro sono anche peggiori degli omicidi, e che sarebbe meglio morire che vivere disonorati in questo modo.
L’omicida separa solo l’anima all’interno del corpo.
Qualsiasi peccato tu nomini, non ne nominerai nessuno che sia uguale a questo, e se quelli che lo patiscono si accorgessero veramente di quello che sta loro accadendo, preferirebbero morire mille volte piuttosto che sottrarvi.
Non c’è nulla, assolutamente nulla di più folle o dannoso di questa perversità.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica riconosce nelgli atti omosessuale (come in tutte le altre perversioni) materia grave.
Conclusione. Quest'articolo voleva solo essere spunto pelle menti; l'intenzione era di spingerle a riconoscere nell'omosessualità un'aberrazione senza scusanti, ad attribuirle una cattiveria intrinseca. Abbiamo visto come essa non è involontaria (o, meglio, non lo è totalmente - siccome può scaturire anche da sofferenze - ma ciò non toglie che, colla volontà, si possa riparare); non è innata; non è salutare; non è positiva; non è lecita. Con tanto, personalmente invitiamo ad essere propensi ad aiutare chi cade in questo disordine o quantomeno a rendere loro note queste cose, affinché ne prendano conoscenza e agiscano - conseguenzialmente - in piena avvertenza.