La pace lascio
a voi, la pace mia do a voi; ve la do non in quel modo che la dà il
mondo. Non si turbi il cuor vostro, né s’impaurisca. [Giovanni
14,27]
«Non in quel modo che la dà il mondo».
Purtroppo, da un po’, si è andata confondendo la Pace di Cristo
colla pace terrena, e da tale confusione è nato uno
pseudocristianesimo buonista, sentimentalista, costretto ad essere
succube, vittima obbligata a non difendersi. Si è riuscito a far
credere al cristiano che la difesa, la forza, siano da condannare a
prescindere, e ch’egli sia tenuto quasi anche a cercare offese e
mancanze di rispetto, ma assolutamente mai è autorizzato a reagire,
ad alimentare un conflitto colla propria partecipazione attiva.
In tale contorta visione, il termine «cristiano» è diventato
sinonimo di «pacifista». Il sommo impegno del cristiano, il suo
obiettivo, ora, è la «pace», il «rispetto del prossimo», e tutto
ciò altro non è se non una visione deformata della vera Carità
cristiana.
«Non in quel modo che la dà il mondo»: è certamente qui la
risposta che cerchiamo. Ma chiediamoci, prima… cos’è la pace del
mondo? Cos’è questa «pace» a cui oggi anela affannosamente
il «cristiano»?
Anzitutto
scopriamo che la parola «pace», derivante dal latino, ha la stessa
radice di pangere, che significa «fissare, pattuire», e di pactum, ossia «patto». Questa pace, dunque, è basata sul compromesso, sull’accordo. Pace è eliminare i contrasti, i conflitti; stabilire una condotta comune, un pensiero condivisibile e da condividersi da tutte le parti in gioco. Pace è piegare tutte le cose affinché possa reggere la quiete, affinché queste stesse possano stare insieme.
Il pacifismo [ch’evidentemente pone questo concetto di pace come
proprio valore assoluto], di conseguenza, è esser pronti a
sacrificare ogni cosa pur di evitare il conflitto, tutelare
l’«armonia» fra le parti.
Alcuni esempi storici potranno aiutarci ad introdurre il discorso
circa la differenza tra ’l pacifismo e la dottrina Cattolica.
- Ponte Milvio.
Costantino vinse contro Massenzio, seguendo quanto insegnatogli in
visione da Cristo —ossia combattere sotto il segno del Chi-rho—.
Dopo questa vittoria il monogramma di Cristo fu impresso sugli
stendardi di tutti gl’imperatori romani e bizantini, ed apparve
sulle monete coniate da Costantino nel periodo 322-333.
- Terra Santa.
Le Crociate sono state ben «etichettate» come «pellegrinaggi
armati». La motivazione per cui spesso non si riesce a capirle è
perché oggi non si sente piú la Fede come bene da tutelare.
All’epoca, i luoghi santi erano stati occupati dagl’infedeli ed i
cristiani che vivevano o giungevano in quei posti erano in pericolo.
Inoltre, i maomettani avevano dimostrato le loro intenzioni di
conquista, invadendo ed assoggettando vasti territori cristiani.
Senza
perderci in lungo disquisire, facciamo parlare San Francesco,
riportando la nota testimonianza di Frate Illuminato, che lo
accompagnò durante la V crociata… «il Sultano sottopose a Francesco un’altra questione: "Il vostro Signore insegna nei Vangeli che voi non dovete rendere male per male, e non dovete rifiutare neppure il mantello a chi vuol togliervi la tonaca: quanto piú voi cristiani non dovreste invadere le nostre terre!". Rispose il beato Francesco: "Mi sembra che voi non abbiate letto tutto il Vangelo. Altronce, infatti, è detto: ‘Se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo lontano da te’. E, con questo, Gesú ha voluto insegnarci che, anche se un uomo ci fosse amico o parente, o perfino fosse a noi caro come la pupilla dell’occhio, dovremmo essere disposti ad allontanarlo, a sradicarlo da noi, se tentasse di allontanarci dalla Fede e dall’amore del nostro Dio. Proprio per questo i cristiani agiscono secondo giustizia quando invadono le vostre terre e vi combattono, perché voi bestemmiate il nome di Cristo e vi adoperate ad allontanare dalla Religione quanti uomini potete. Se invece voi voleste conoscere, confessare ed adorare il Creatore e Redentore del mondo, vi amerebbero come sé stessi!».
- Francia.
1429. Gl’inglesi furono sconfitti. Una giovane analfabeta,
sostenuta unicamente dal Signore —che invocò per tutta la vita,
anche in punto di morte— e dai Suoi Santi, liberò la Francia. La
liberò dall’invasore, ma soprattutto dal pericolo d’essere
infettata dall’eresia protestante.
La santità di Giovanna d’Arco fu proclamata nel 1920, da Papa
Benedetto XV.
- Belgrado.
XV
secolo. San Giovanni da Capestrano, sempre fervido nelle battaglie
—ch’affrontava colla sua bandiera o colla famosa croce—, per
undici giorni ed undici notti, senza sosta, combatté i maomettani. I
cristiani vinsero. Tutta l’Europa, all’epoca, unita a Sua Santità
Callisto III, aveva pregato affinché ciò avvenisse. Perentorio
l’avviso che il Santo rivolse, in battaglia, ai turchi: «Annunziate al vostro Gran Cane [il Sultano] che se non desiste dai suoi scellerati propositi, fra breve la mano del Signore sarà su di lui». Non vollero ascoltare; persero. Dio diede al Santo ciò che gli aveva promesso.
- Lepanto.
XVI
secolo. La Lega Santa —coalizione promossa da Papa Pio V—, sotto
le sole insegne del Crocifisso tra i Santi Pietro e Paolo (sormontati
dal motto In Hoc Signo Vinces,
riferimento inequivocabile alla vittoria costantiniana) e della
Madonna (colla scritta S. Maria succurre
miseris),
sconfigge in maniera schiacciante gli ottomani. Alle cannonate i
cristiani risponderono anche —e diciamo, anzi, soprattutto— con
invocazioni a Cristo ed a Maria. Garanzia inequivocabile che vi fu
intervento sovrannaturale, il fatto (storicamente documentato) che il
Santo Padre, il giorno stesso della battaglia, verso le cinque di
sera, annunciò: «Andiamo a ringraziare Dio: la
nostra armata è uscita vittoriosa».
Solo ventitré giorni dopo la notizia giunse a Roma. Per ringraziare
la Madonna, lo stesso Pontefice istituí la festa di Santa Maria
della Vittoria (poi del SS. Rosario).
- Vienna.
Verso la fine del XVII secolo, i turchi erano alle porte di Vienna.
Papa Innocenzo XI, avvertita la necessità di dover riorganizzare le
forze cristiane per opporsi all’imponente armata ottomana, incarica
Marco d’Aviano —all’epoca famoso in tutt’Europa, compreso
nelle corti, a motivo delle proprie virtú e del particolare carisma
di predicatore— d’industriarsi a tal fine. In piú fasi, gli
ottomani furono prima allontanati dalla città austriaca, poi
cacciati dal continente. San Pio X avviò il processo di
beatificazione pel d’Aviano.
- Guerra di Vandea; Messico.
Pieni
di Fede e devozione, forgiati dalla predicazione di San Luigi Maria
Grignion de Montfort, i vandeani reagirono alle infami azioni del
potere rivoluzionario, proteggendo i Sacerdoti perseguitati ed
offrendo la propria vita. Furono operate le peggiori crudeltà nei
confronti di questo popolo e della loro terra, in quanto
evidentemente la mirabile dignità e l’eroismo che i vandeani
opposero al loro vomitevole potere, che non accettarono di
riconoscere —restando sempre fedeli a Dio Re—,
scatenò il delirio.
Similmente, all’inizio del XX secolo, si vide il popolo messicano
reagire alla violentissima persecuzione che il governo Calles, acceso
d’anticlericalismo, attuò nei confronti del Cattolicesimo. Alle
uccisioni, ai divieti, alle crudeltà d’ogni genere, i cattolici
resistettero fino al martirio.
Pio
XI sottolinea l’affinità tra i due citati fatti storici;
nell’enciclica Iniquis Afflictisque leggiamo: «Nel mese scorso, in occasione della beatificazione dei molti Martiri della rivoluzione francese, il Nostro pensiero volava spontaneamente ai cattolici messicani, che, come quelli, si mantengono fermi nel proposito di resistere pazientemente all'arbitrio ed alla prepotenza altrui, pur di non separarsi dall'unità della Chiesa e dall'Ubbidienza alla Sede Apostolica. Oh, veramente illustre gloria della divina Sposa di Cristo, che sempre nel corso dei secoli poté contare su una prole nobile e generosa, pronta per la santa libertà alla fede alla lotta, ai patimenti, alla morte!».
Sotto l’infernale governo massonico, in Messico, bastava una
Confessione per essere fucilati, ed i cattolici vollero ardentemente
guadagnare questo premio.
- In ultimo, una dovuta menzione va all’Esercito pontificio ed ai noti e cari Zuavi. Ricordiamo a mo’ d’emblema la Fede ed il coraggio che opposero alla viltà degli uomini che attaccavano la Sede di Pietro —sotto il comando di quei vergognosi che ancora oggi si osannano nella nostra triste Patria— durante quell’unità che fecesi non solo pelle ricchezze delle Due Sicilie, non solo pelle ambizioni temporali, bensí soprattutto in odio alla Sposa di Cristo.
Pio
IX invocò su questi militi la benedizione del Signore: «Che
Iddio benedica i miei figli fedeli!».
Abbiamo passato in rassegna, il piú sinteticamente possibile, i piú
noti fatti storici che interessano la nostra questione. Come s’è
visto, tutti «fatti di guerra» non certo osteggiati dal Vicario di
Cristo, né dal Signore stesso, bensí supportati ed incoraggiati.
Perché ciò ci aiuta a trovare la nostra risposta? Perché il motivo
di queste azioni fu sempre uno: difendere la Chiesa, difendere il
Cattolicesimo, difendere ciò che il Signore ci aveva lasciato
affinché noi potessimo conseguire la sua Pace, rimanere in tutto
ciò.
Cos’è, dunque, la Pace cristiana? È certamente la sconfitta
del peccato, ossia di ciò che ha introdotto la confusione, la
mancanza di quiete, nella nostra anima. È certamente il
recupero di quella Grazia che abbiamo perduta. È la beatitudine.
È questo che ci dà il Signore: la Redenzione, la Vittoria.
Per
ottenere la Pace cristiana, quindi, bisogna passare anche pella
battaglia, interiore ed esteriore. In questo modo sono spiegate anche
le parole del Cristo: «E
chiunque mi rinnegherà dinanzi agli uomini, lo rinnegherò anch’Io
dinanzi al Padre mio ch’è ne’ Cieli. Non pensate ch’Io sia
venuto a metter pace sopra la Terra: non son venuto
a metter pace, ma guerra.
Imperocché son venuto a dividere il figlio dal padre, e la figlia
dalla madre, e la nuora dalla suocera. E nemici dell’uomo i propri
domestici.» [Mt
10,33-36]. Perché
«nemici dell’uomo i propri domestici»?
Perché conflitto finanche coi nostri familiari? Perché il nostro
assoluto è Cristo, «Via, Verità e Vita». Perché, per compiere il
nostro dovere di seguirlo, rispettarlo, raggiungerlo, dobbiamo
combattere ed essere pronti a sacrificare ogni altra cosa.
Pio
XI ricorda che i cattolici messicani «si
manten[nero]
fermi nel proposito di resistere pazientemente all’arbitrio e alla
prepotenza altrui, pur di non separarsi dall’unità della Chiesa e
dall’Ubbidienza alla Sede Apostolica».
Mantenersi nell’unità del Corpo Mistico. «Chi
ama suo padre o sua madre piú di Me, non è degno di Me; e chi ama
il figlio o la figlia piú di Me, non è degno di Me.»
[Matteo X,37]. Non c’è amore né rispetto né pace che sia piú
importante di Cristo.
Combattimento
interiore, combattimento sociale: ciò regna nella vita del
cristiano, in quanto Cristo è Re non solo nel privato, bensí
soprattutto nella società, nel consorzio umano. Combattimento
sociale in quanto il fine della società è quello di favorire il
raggiungimento della beatitudine —detto fine
ultimo—,
assicurando ai propri appartenenti quei beni —detti anche fini
prossimi—
necessari, utili o convenienti a tale scopo. È dovere del
cristiano, dunque, combattere affinché la società rimanga sana. Una
società che non assolve il proprio compito non ha motivo d’essere.
In ultima analisi è vero atto di Carità —nei confronti
propri ed in quelli prossimi—, nel caso se ne presenti la
necessità, combattere.
Dunque, il pacifismo è coerente col Cattolicesimo? Rispondiamo: no.
La
pace tra i popoli può aversi solo se v’è concordanza sulla
Verità, se Questa è rispettata da tutte le parti. A tal proposito è
chiarissimo San Paolo, quando, parlando ai Gentili convertiti, dice:
«Ma adesso in
Cristo Gesú voi, che eravate una volta lontani, siete diventati
vicini mercede del sangue di Cristo. Imperocché Egli
è la nostra pace […].
E venne ad evangelizzare la pace a voi, che eravate lontani, e pace
a’ vicini: conciossiaché per Lui abbiamo e gli uni e gli altri
accesso al Padre mediante un medesimo Spirito.»
[Ef 2,12-18]. È vero che non è l’argomento principale di tale
discorrere, ma è evidente anche come il Santo evidenzi il fatto che
l’unione delle genti si fonda su Cristo, e non può fondarsi su
altro. Affinché non vi sia dubbio, citiamo anche lo stesso Nostro
Signore quando invia gli «operai della messe»: «Andate:
ecco che io mando voi come agnelli tra lupi. […]
Ma in qualunque città che, entrati essendo, non vi ricevano, andate
nelle piazze e dite: “Abbiamo scosso contro di voi sin la polvere,
che ci si era attaccata della vostrà citta: con tutto questo
sappiate che il regno di Dio è vicino”.» [Lc
X,3-11].
Pacifismo e Cattolicesimo risultano, quindi, contrapposti, proprio
perché mentre pel primo la pace è l’assoluto da rispettare e
perseguire, rispetto al quale devono adattarsi la «verità», la
«realtà» et cetera, pel Secondo la Verità è l’assoluto da
rispettare e la pace terrena può esistere solo se subordinatale.
Uhm. Occhio, però.
RispondiElimina-Vero: la Verità è al di sopra di tutto. Anche della Pace. Ma la guerra, salvo rarissime eccezioni, è contro la Verità
-Il testo evangelico riportato è indubbiamente esatto. Ma, proprio per non cadere nel vizio in cui cadono protestanti e tdg vari, va ben interpretato. Nostro Signore in quel testo non ci invita certo alla guerra. Dice, invece, un'altra cosa (poi verificatasi): CONSEGUENZA della sua venuta sarà quel che lui lì annuncia
-Va ricordato, inoltre, qual'è l'atteggiamento che il Signore ci impone. "Porgi l'altra guancia". "Se ti chiedono la tunica dagli anche il mantello". Quando Pietro vuol difenderlo con la spada, lui lo ferma
-Le guerre lì riportate sono, quasi sempre, difensive. E quando ti aggrediscono, difendersi è un diritto. Erano i turchi che cercavano di invadere l'Europa intera. E sia a Vienna, sia a Lepanto, l'Europa si difese
-Fanno eccezione le Crociate. Le parole di San Francesco sono esatte. Potremmo aggiungerne altre, più dure, di San Bernardo. Ma va anche detto che la Chiesa Cattolica, oggi, sulle Crociate, ha ben altra posizione. Il Pontificato di Giovanni Paolo II ed il Giubileo del 2000 hanno detto parole nette
-Anche in Vandea ed in Messico, non si può certo dire che le persone massacrate fossero aggressori. Resistevano a dei regimi liberticidi che li aggredivano
-Le parole che i Papi del '900 e di inizio XXI sec., da Pio X a Benedetto XVI, sulla guerra, hanno pronunciato, sono inequivocabili. Dal "mai più la guerra" di Giovanni Paolo II, al "nulla è perduto con la Pace tutto può esserlo con la guerra" di Pio XII, alla Pacem in Terris di Giovanni XXIII (di cui proprio oggi ricorre il cinquantenario del ritorno alla casa del Padre), alla definizione di "inutile strage" data da Benedetto XV, al fatto che proprio in onore suo e della sua posizione anti-bellica Benedetto XVI scelse quel nome (e quando era ancora Cardinale, di fronte alle guerre del periodo, disse parole durissime. Durante il suo Pontificato, grazie a Dio, salvo sporadiche eccezioni, non ne abbiamo avute di nuove), ai discorsi inequivocabili di Paolo VI, alle posizioni di Pio X riportate nell'unico film su di lui, che vi invito a guardare ("Gli uomini non guardano il cielo"). Un motivo ci sarà pure.
-In ultimo, starei attento ad una frase scritta sul pezzo: "Ci può essere Pace solo se si concorda sulla Verità". Attenzione! Di certo la Verità va annunciata al mondo a qualunque prezzo, anche a prezzo di incrinare la Pace. Vero. Vero anche che la Chiesa ha pienamente riconosciuto la Libertà Religiosa come qualcosa da non toccare. Inoltre, una cosa è certa: la Verità non si porta agli altri sulla punta dei fucili. La Fede, la Verità, non si impone. Lo insegnava Gregorio Magno, uno dei più grandi Papi della storia: "E' inaudita predicazione che impone Fede a suon di bastonate. Siamo Pastori, non persecutori"
In verità, sig. anonimo, crediamo che voi abbiate —non sappiamo se intenzionalmente o meno— forzato il senso del nostro articolo.
EliminaIn nessun punto è specificato se si tratti di «attacco» o «difesa» precisamente, cionnonostante ci sono numerosi punti che ben fanno intendendere che si tratti di difesa.
[Ve ne riportiamo alcuni:
— «Si è riuscito a far credere al cristiano che la difesa, la forza, siano da condannare a prescindere, e ch’egli sia tenuto quasi anche a cercare offese e mancanze di rispetto, ma assolutamente mai è autorizzato a reagire, ad alimentare un conflitto colla propria partecipazione attiva»;
— «Perché ciò ci aiuta a trovare la nostra risposta? Perché il motivo di queste azioni fu sempre uno: difendere la Chiesa, difendere il Cattolicesimo, difendere ciò che il Signore ci aveva lasciato affinché noi potessimo conseguire la sua Pace, rimanere in tutto ciò»;
— «Papa Innocenzo XI, avvertita la necessità di dover riorganizzare le forze cristiane per opporsi […]»;
— «[…] i vandeani reagirono alle infami azioni del potere rivoluzionario, proteggendo […]»;
— «[…] la mirabile dignità e l’eroismo che i vandeani opposero […]»;
— «Similmente, all’inizio del XX secolo, si vide il popolo messicano reagire alla violentissima persecuzione […]»;
— «Ricordiamo a mo’ d’emblema la Fede ed il coraggio che opposero alla viltà degli uomini che attaccavano la Sede di Pietro […]»;
— «Perché ciò ci aiuta a trovare la nostra risposta? Perché il motivo di queste azioni fu sempre uno: difendere la Chiesa, difendere il Cattolicesimo, difendere ciò che il Signore ci aveva lasciato affinché noi potessimo conseguire la sua Pace, rimanere in tutto ciò»;
— «In ultima analisi è vero atto di Carità —nei confronti propri ed in quelli prossimi—, nel caso se ne presenti la necessità, combattere»;
— et cetera.]
Inoltre, la domanda da cui siamo partiti è «il pacifismo…?», non «la pace…?». E questo credevamo bastasse a sottointendere tutto quanto voi vi siete sentito in dovere di precisare. Peraltro ci pare abbastanza palese che nessuno abbia neanche lontanamente parlato d’imposizioni e\o aggressioni.
In ultimo è nostro obbligo dirvi che la libertà religiosa non è una dottrina cattolica, ma non crediamo sia questa la giusta sede per divagare in discorsi che non concernono strettamente il tema affrontato dall’articolo e che possono essere ottimamente approfonditi altrove.
In Gesú e Maria,
Gruppo Prœlium.