domenica 4 marzo 2012

Sulla necessità di non segretarsi.

Dio mette in luce il sentiero giusto mentre il mondo, pur di evitarlo, sceglie vie oscure.
Sul percorso luminoso, le giuste difficoltà sono poste come insegnamento, in quanto, illuminate, le possiamo vedere prima ch'esse incombano, possiamo prepararci e superarle, vedendo chiaramente anche ciò che ci attende dopo.

Nel corso della storia, ciò ch'ha distinto il bene dal male è sempre stato la trasparenza del primo e la segretezza del secondo. Un male che si vergognava d'esistere, in quanto, se si fosse palesato, sarebbe corso verso la fine.

Il Signore dice: "Alla fine dei tempi tutto ciò ch'è segreto verrà svelato".
Quale necessità avrebbe di svelare del bene? Non è egli stesso Bene? Egli è venuto tra le genti e s'è rivelato, come anche tutto ciò che è bene non ha vergogna d'avvenire sotto lo sguardo di tutti.

Ripercorrendo la storia fino ai giorni nostri, possiamo delineare come il male cerchi d'infiltrarsi negli animi mediante le sottigliezze.
Ogni malattia nasce da un piccolo germe, una singola cellula, per diventare morbo di tutto l'organismo.

Il fatto che oggi il male non si vergogni poi tanto d'apparire - in quanto è sotto i nostri occhi il fatto che lo stesso si stia lentamente palesando - deve risultarci campanello d'allarme: siamo realmente ai tempi in cui Cristo ci chiede: quando tornerò, troverò ancora Fede? 


Ogni genitore sa che correggere i figli lo si può fare quand'essi sono ancora in età d'apprendimento, cosa che dopo non sarà più possibile.
Per evitare che l'uomo senta il bisogno di correggersi, ecco che il male sta operando un'azione d'imbruttimento dell'uomo, una desensibilizzazione.
Ai nostri piccoli è proposta violenza e libera sessualità, ai grandi è proposto libertinaggio e materialismo; i nostri anziani vedono vergogna nella classica figura di "saggi" che la storia ha loro attribuito e versano tutti nell'oblio della ricerca dell'eterna gioventù. Tutti vengono spinti al rifiuto della responsabilità. Quest'ultima non è più vista come orgoglio, ma come peso.


Come può un uomo del genere apprezzare il grande dono che Dio ha fatto noi - investendoci della dignità di poterci spingere verso la beatitudine - ? 


Oggi i seguaci di Cristo sentono veramente di essere una minoranza. Ciò che il bene deve evitare è cadere nel modo di fare del male: il buono deve sforzarsi di non segretarsi.

Molti sono i santi della storia che c'hanno trasmesso un certo disprezzo del mondo, in quanto "stavano nel mondo ma non erano del mondo". Il male, al contrario, è amante del mondo: per questo spinge l'uomo ad appiattirsi al livello dello stesso, a comportarsi come un animale, che realmente è del mondo. Ciò che è del mondo è destinato a finire, in quanto questa terra passerà. Così, la natura potenzialmente eterna ed infinita dell'uomo viene spinta ad estinguersi verso l'essenza finita e limitata della terra.

Compito del vero cristiano, oggi, è anche quello di proporsi come reale ammiratore dell'uomo, in contrapposizione all'ipocrita filantropismo di facciata del male.

Educatevi ed educate ad accettare le sfide e sopportare le sofferenze; apprezzate ciò che siete in potenza di fare e cercate di mettere questo in atto: tentate di perfezionarvi sull'esempio di Cristo, in quanto dove non arriverete soli certamente Dio vi porterà.

Il cristiano proponga al mondo il suo carattere vivo, opponga alla precarietà del nuovo uomo-animale la sua propensione spinta al miglioramento.

Cristo si è proposto al mondo (Via, Verità e Vita) come il reale percorso vitale che l'uomo, per peculiarità, cerca. Nostro è il compito di farci ancora una volta emissari di Nostro Signore in un mondo che sta velocemente regredendo, come proposta perpetuamente valida di elevazione e sublimazione.

Augurandoci che la protezione della Santa Madre non c'abbandoni mai, né mai abbandoni la Sposa di Cristo.

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